In seguito a scavi archeologici condotti nel 1999 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, in un’area destinata all’espansione industriale del Comune di Supersano (LE), sono venute alla luce alcune testimonianze relative ad un insediamento di età alto medievale. Due fosse sembrano identificabili con strutture comunemente note come Grubenhauser, tipiche dell’Europa settentrionale. I pochi altri esempi finora rinvenuti in Italia comprendono quelli identificati da Gian Pietro Brogiolo, durante gli scavi del complesso di S. Giulia a Brescia, e da Marco Valenti, presso il villaggio di Poggibonsi. Il sito, in località Scorpo, a 100 m s’l.m., è localizzato a ca. due chilometri a nord del capoluogo comunale di Supersano, nel Basso Salento.
LE STRUTTURE
Lo scavo ha messo in luce i resti di due strutture attigue, entrambe a forma di fossa tagliate nel banco delle ‘sabbie di Cutrofiano’ (US 3). Nonostante le dimensioni sostanzialmente diverse tra di loro, pensiamo che si riferiscano al medesimo tipo di struttura, assimilabile ai cosiddetti fondi di capanna, Grubenhauser o sunken-featured buildings 6. La fossa più piccola (fossa n. 1), di forma sub-circolare (ca. 2.20-2.55 m), profonda solo 0.35 m ca. dal piano superiore del banco naturale, ma con fondo irregolare, è caratterizzata da almeno due fori tagliati nel fondo (US 21 e 23), presumibilmente scavati per ospitare dei paletti in legno. Difficilmente questi paletti potevano essere sufficienti per reggere un sopraelevato, e immaginiamo che servissero, invece, per qualche arredo interno alla struttura. La grandezza della seconda fossa (fossa n. 2) e le sue caratteristiche sono tali da lasciare ipotizzare che fosse una struttura abitativa essa stessa o comunque facesse parte di una struttura piuttosto grande. Purtroppo, parzialmente troncata dalla cava, sembra essere stata anch’essa di forma sub-circolare o sub-rettangolare. Sembra essere stata larga ca. 6.15 m e profonda almeno 0.80 m. Nel suo fondo, relativamente piatto, sono stati riscontrati due/tre grandi buchi regolari (US 12, 27 e forse l’US 25), presumibilmente utilizzati per sostenere dei pali di legno, non sempre posti in verticale, che, a loro volta probabilmente servivano a reggere il tetto.
LA DATAZIONE DELLE STRUTTURE
La datazione delle strutture è basata sul rinvenimento di un’abbondante quantità di ceramica da cucina, prevalentemente grandi olle, insieme ad anfore ed alcuni frammenti di ceramica dipinta a bande larghe, che trovano confronti piuttosto calzanti con oggetti rinvenuti sia negli scavi ad Otranto (fornaci di età bizantina in prop. Mitello), nonchè presso il villaggio abbandonato di Apigliano (Martano). In ogni caso, è possibile attualmente datare, per analogia, i contesti di Loc. Scorpo entro un arco cronologico tra l’VIII e il X secolo. Visto, comunque, l’importanza del sito in Loc. Scorpo, ed anche l’importanza dei cospicui gruppi di ceramiche ed ossa ivi rinvenuti, si è proceduto alla loro datazione tramite il C14, i cui risultati hanno confermato l’VIII sec. come la datazione più probabile del sito.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
La presenza di strutture realizzate con fondi di capanna in età bizantina nel Basso Salento è alquanto sorprendente in base a quello che sappiamo finora sulla presenza dei Grubenhauser in età altomedievale. Il rinvenimento della maggior parte di queste strutture si concentra nell’Europa settentrionale o centrale, in contesti associabili alle cosiddette culture o popoli ‘ barbarici’, tra cui gli Anglo-Sassoni, i Franchi, i Longobardi, e così via. Finora, in Italia, sono stati identificati soltanto a Brescia e presso il villaggio di Poggibonsi. I due esempi bresciani sono stati datati tra fine VI e metà VII secolo, e confrontati con gli edifici dei Longobardi e dei Gepidi prima della loro immigrazione in Italia. E’ alquanto possibile interpretare la presenza delle strutture di Supersano come testimonianza di un’architettura ‘povera’ o contadina che è sopravvissuta in Italia dall’età protostorica sino, almeno, all’alto medioevo, in determinati contesti ambientali. Date tutte queste premesse, e nella speranza che lo sbancamento non abbia distrutto eventuali altre testimonianze del sito di età bizantina, si rende urgente la prosecuzione dei lavori o, almeno, la garanzia di un’accurata tutela e conservazione dell’area circostante lo scavo.
CAMPAGNA DI SCAVO 2004
Sono ripresi alla fine di gennaio 2004 gli scavi archeologici in Località Scorpo, nei pressi della zona di espansione industriale del territorio di Supersano, dove si stanno portando alla luce i resti di un insediamento di età altomedievale. Una prima campagna di scavi era stata effettuata nella primavera del 1999, in seguito alla segnalazione della presenza di evidenze archeologiche sul fronte di una cava. In quell’occasione vennero individuate e scavate due strutture ‘a fossa’, tagliate nel banco naturale delle ‘sabbie di Cutrofiano’, datate da analisi al radiocarbonio al VII secolo. Le due fosse, con ogni probabilità, rappresentavano i fondi di due capanne con piani sopraelevati in legno, strutture abitative e di imagazzinamento piuttosto modeste, ma ben adattabili ad ambienti naturali umidi quali le paludi. In effetti, sia le fonti archeologiche, che le notizie storiche sono concordi nell’indicare nella presenza di una zona palustre ai margini di un area boschiva (il bosco di Belvedere) l’habitat storico di queste abitazioni. Un ambiente ‘marginale’ , ma anche ricco di risorse vegetali ed animali, come dimostrano le varie ossa di cervo rinvenute nel corso dello scavo. Le ricerche tuttora in corso hanno messo in evidenza un terzo fondo di capanna, di dimensioni ridotte, al cui interno sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici pertinenti a pentole ed anfore per contenere liquidi, ossa animali con tracce di macellazione e strati di carboni, dovuti probabilmente alla combustione di parte del legno che costituiva la struttura. Un’altra fossa, individuata ad ovest delle altre strutture, attende di essere indagata nella prossima campagna di scavo. Nella parte Nord dell’area è stato rinvenuto, invece, un muro a secco costruito in pietre calcaree, lungo oltre sette metri e largo circa un metro, accanto al quale vi era un pozzo in blocchi parzialmente squadrati, finora scavato fino ad una profondità di circa due metri e mezzo. E’ probabile che il muro doveva rappresentare parte di un recinto, forse con alzato in legno, che circoscriveva l’insediamento. Stupisce la presenza di queste capanne a Supersano. Tale tipo di strutture, per l’età medievale, è stato sempre messo in relazione con ‘culture’ del nord Europa, dove le condizioni climatiche e la grande disponibilità di legname indirizzavano naturalmente verso l’uso di questi edifici. In Italia gli esempi più noti si riferiscono alle capanne longobarde rinvenute a Brescia e quelle scavate in Toscana, presso Poggibonsi (SI), dove, comunque, l’importazione di modelli costruttivi d’oltralpe appare possibile.
Ma nel Salento medievale il significato di queste strutture è presumibilmente differente. Esse sembrano riflettere un tipo di abitato rurale, perfettamente integrato con l’ambiente circostante, finora sconosciuto in Italia meridionale.
Allo stesso modo, è un unicum per l’Italia meridionale il calice in vetro, rinvenuto in uno dei fondi di capanna, in stato frammentario, confrontabile ad un esemplare conservato al Museo di Aquileia, ad uno proveniente dal ‘palazzo’ dei Goti, a Monte Barro (CO), ed ancora ad un calice rinvenuto negli scavi dell’abbazia di S. Vincenzo al Volturno e ad un altro proveniente da Capodistria. Questi manufatti, per luogo di ritrovamento e fattura sono stati considerati prodotti di un certo pregio. Come sia giunto in questo villaggio, un oggetto di tale qualità, è una delle domande alle quali gli archeologi dovranno dare risposta con il prosieguo delle ricerche. Lo scavo è stato condotto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, con finanziamenti da parte del Comune di Supersano.